Perché la previdenza complementare conviene alle Aziende
Quando si affronta l’argomento Fondo Pensione con le Aziende, spesso ci si trova a dover gestire alcune perplessità relative all’effettiva convenienza a utilizzare questo strumento.
Il principale scoglio psicologico è rappresentato dalla rinuncia del TFR, inteso come disponibilità liquida immediata, per quelle Aziende con un numero di addetti inferiore ai 50 dipendenti; in secondo luogo vi è la reticenza verso la devoluzione di un contributo a carico del datore di lavoro, in quanto costo da corrispondersi obbligatoriamente qualora il Lavoratore decida di versare una percentuale a proprio carico (secondo quanto previsto dalla contrattazione collettiva nazionale o da accordi integrativi).
Presunti svantaggi trasformati in opportunità.
La destinazione del TFR: un confronto costi / benefici
Il TFR, come sappiamo, è un costo del lavoro imprescindibile, pari al 7,41% della retribuzione lorda del dipendente, di cui però solo il 6,91% viene accantonato per il Lavoratore.
Quali sono le differenze tra lasciarlo in Azienda e destinarlo al fondo pensione?
Rivalutazione obbligatoria del TFR (pari al 75% dell’inflazione + 1,50%) sostenuta interamente dall’azienda
TFR in Azienda | TFR nel Fondo |
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0,50% destinato al Fondo per la Cassa Integrazione per il finanziamento delle prestazioni assistenziali (0,30%) e al Fondo di Garanzia del TFR presso l’INPS (0,20%).
COSTI MAGGIORI per il datore di lavoro |
0,30% destinato al Fondo per la Cassa Integrazione per il finanziamento delle prestazioni assistenziali. L’azienda è esente dal pagamento del contributo (0,20%) al fondo di garanzia del TFR (non è più onere dell’azienda garantire il TFR, poiché destinato al Fondo Pensione) |
Rivalutazione obbligatoria del TFR (pari al 75% dell’inflazione + 1,50%.) sostenuta interamente dall’azienda
COSTI MAGGIORI per il datore di lavoro |
Rivalutazione sostenuta interamente dal Fondo Pensione per il tramite dei suoi gestori finanziari. |
Forme di compensazione: nessuna
MENO RISPARMIO per il datore di lavoro |
Forme di compensazione:
|
ESEMPIO. Ipotizziamo un’azienda di 20 dipendenti, una retribuzione complessiva di € 500.000 e una quota di TFR di € 37.050
TFR in Azienda | TFR nel Fondo |
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Costo Tfr (solo fondo di garanzia TFR) = € 1.000 | Costo Tfr (solo fondo di garanzia TFR) = € 0 |
Rivalutazione, ipotizzando un 2%: € 691 (€ 34.550 * 2%). Costo Tfr = € 691 |
Rivalutazione, ipotizzando un 2%: € 691 (€ 34.550 * 2%). Costo Tfr = € 0 |
Risparmio = € 0 |
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L’azienda, nel nostro esempio, risparmia € 3.588,52
Contribuzione a Fondo Pensione: un punto di incontro tra Azienda e Dipendente
La retribuzione del dipendente rappresenta per l’Azienda solo una parte del costo del lavoro poiché ad essa devono essere sommati anche i contributi previdenziali e assistenziali, oltre tutta una serie di oneri accessori (che vanno a incrementare la retribuzione di un ulteriore 33% circa) e il TFR. Maggiore è la retribuzione, più aumenta il costo del lavoro complessivo. La conversione di una parte di retribuzione in contribuzione a fondo pensione, invece, è soggetta esclusivamente al versamento di un contributo di solidarietà pari 10%.
Vediamo la convenienza con un esempio!
Aumento in busta paga | € 1.000,00 | Contributo a Fondo Pensione | € 1.000,00 | |
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Oneri contributivi e fiscali (33%) | € 330,00 | Contributo di solidarietà (10%) | € 100,00 | |
TFR (7,41%) | € 74,10 | |||
TOTALE COSTI | € 1.404,10 | TOTALE COSTI | € 1.100,00 |
Risparmio totale = € 304,10 (pari al 30,41% di € 1.000)
Per finire, i vantaggi non sono solo di natura economica, ma anche di natura gestionale / amministrativa: con l’adesione a Previp l’Azienda non dovrà più farsi carico di accantonare il T.F.R., calcolare la rivalutazione e l’imposta sostitutiva sui rendimenti, con il relativo versamento all’Agenzia delle Entrate; non dovrà più calcolare anticipi, liquidare prestazioni né compilare la certificazione unica. Ma soprattutto, non si deve trovare ad affrontare imprevisti flussi di cassa in uscita generati da liquidazioni improvvise.